Così, non sono serviti due anni di partecipazione della sinistra al governo per introdurre la RU486, un farmaco che permette l'interruzione di gravidanza senza necessità di ricorrere all'intervento chirurgico. Addirittura la sua sperimentazione è stata vietata in molte regioni (comprese quelle di centrosinistra) e solo ora la sua introduzione in Italia s'impone per il fatto che a fine febbraio sono scaduti i termini della procedura di autorizzazione. Similmente, nulla il governo Prodi (con ministri della Sinistra arcobaleno) ha fatto per abolire l'ignobile legge 40, voluta dal precedente governo Berlusconi. Approvata nel 2004, la legge esclude la fecondazione eterologa e permette la fecondazione assistita solo alle coppie eterosessuali e solo dopo accertamento di sterilità o infertilità. Una prima discriminazione, quindi, riguarda le lesbiche. Ma anche per le donne eterosessuali, la legge 40 impone di produrre tramite la fecondazione assistita un massimo di tre embrioni e di impiantarli tutti e tre nell'utero con grossi rischi per la salute della donna.
Tutto questo mentre si aggrava lo smantellamento dei servizi pubblici: i tagli alla sanità pubblica, previsti dalle Finanziarie di entrambi gli schieramenti, aggravano una realtà fatta di insufficienti servizi per le donne. Recentemente, tra l'altro, la ministra Turco ha ha imposto alle donne neo-comunitarie senza un contratto di lavoro il pagamento di ben 810 euro per l'interruzione di gravidanza. Come sempre, sono le donne lavoratrici, precarie, immigrate quelle ad essere maggiormente discriminate.
E' ora di dire basta! Occorre prendere coscienza del fatto che nessun governo borghese potrà veramente prendersi cura della salute e dei diritti delle donne: occorre un'economia pianificata per la soddisfazione dei bisogni sociali, compresi i bisogni delle donne. Per questo dobbiamo batterci, dall'opposizione ai governi della borghesia, di qualsiasi colore siano, per un governo dei lavoratori e delle lavoratrici, cioè per un'alternativa rivoluzionaria e comunista. Il Partito di Alternativa Comunista è impegnato in questa prospettiva e da subito rivendica: