Polemica su Venezuela
Perché i capi del Pcl
ci attaccano con il metodo di Josif Stalin?
di F.R.
Da anni rivendichiamo l'utilità della polemica politica. Da anni i capi del Pcl ci accusano di eccedere nella polemica contro il loro gruppo, mentre dedicano al Pdac una costante polemica pubblica e, a quanto raccontano compagni usciti da quel gruppo, anche una costante denigrazione interna coi loro militanti. Per parte nostra non troviamo nella polemica nulla di disdicevole: purché non si basi sulla calunnia e la falsificazione.
La
falsificazione consiste nell'attribuire a un'organizzazione posizioni che non esprime
né sostiene in alcun modo; distorcere le posizioni altrui fino a farne una
caricatura calunniosa, costruire in questo modo una posizione scandalosa per
poi con più facilità attaccarla.
Naturalmente,
per quanto Ferrando e Grisolia siano abili nell'impiego di questa tecnica (a
quanto pare l'unica scienza che hanno coltivato negli anni), non ne sono gli
ideatori. Per decenni lo stalinismo ha usato questo metodo contro i trotskisti,
alternato ad altri mezzi più sbrigativi (a base di piombo).
Trotsky
spiegava che, di fronte a chi impiega queste modalità, è inutile cercare di
rispondere punto per punto ogni volta, perché mentre si risponde a un'accusa lo
stalinista sta già inventando un'altra posizione da attribuirci. Il
calunniatore di professione non è infatti interessato a un confronto da cui
emergano con chiarezza le posizioni e le differenze. Preferisce confondere il
lettore, ripetere una bugia infinite volte, nella convinzione che apparirà come
una verità. Ovviamente chi usa queste tecniche insulta non solo l'oggetto della
sua polemica ma anche il lettore, perché presuppone che sia tanto stupido da
non poter scoprire la bugia.
Nei primi quindici giorni di agosto il sito nazionale del Pcl ha pubblicato due articoli sul Venezuela, entrambi dedicati in buona parte ad attaccare la posizione della Lit-Quarta Internazionale e della sua sezione italiana, il Pdac (1). Se si trattasse di polemica politica, nulla da ridire. Ma i due articoli attribuiscono alla Lit posizioni che nemmeno ci sogniamo. Non a caso in entrambi gli articoli non c'è un solo riferimento a testi precisi della Lit o del Pdac. Non c'è perché sarebbe stato necessario inventarli (gli stalinisti, più scrupolosi di Ferrando e Grisolia, avrebbero prodotto una falsa citazione...). Questi due articoli fanno seguito ad altri due o tre dedicati al Brasile in cui pure si cercava di falsificare la nostra posizione (per coprire un accodamento del Pcl a tutta la sinistra riformista che ha difeso il governo Dilma parlando di un inesistente "golpe").
La
nostra Internazionale (a differenza del Crqi di cui faceva parte il Pcl finché
il Po argentino lo ha espulso) esiste nella realtà e, per questo, ha sezioni in
vari Paesi del mondo, tra cui il Venezuela e il Brasile (dove ha avuto un ruolo
determinante in tutti gli ultimi avvenimenti e nello sciopero generale).
L'Ust
(la nostra sezione in Venezuela), mentre i dirigenti del Pcl discettavano dal
salotto di casa loro, da anni si batte all'opposizione del regime borghese di
Chavez-Maduro, soffrendone le persecuzioni. Una opposizione di classe, in piena
indipendenza dall'opposizione borghese della Mud e contrapposta, va da sé,
all'imperialismo. Chi fosse interessato a conoscere le nostre posizioni può
leggere sul nostro sito web e su quello della Lit, sul nostro mensile (Progetto Comunista), sulla nostra
rivista teorica (Trotskismo oggi), sulla
rivista teorica della Lit (Marxismo Vivo)
o sulla rivista trimestrale della Lit dedicata alla politica internazionale (Correo Internacional) decine e decine di
articoli sul tema. Talvolta (lo segnaliamo per facilitare chi, come Grisolia,
ha più difficoltà con la lettura dei testi) è possibile verificare la nostra
posizione di completa indipendenza di classe anche solo leggendo i titoli degli
articoli.
Per
quanto riguarda il Venezuela proprio in questi giorni abbiamo pubblicato una
dettagliata analisi che riassume la nostra posizione: la si trova nell'home
page del nostro sito.
Tornando
ai due articoli scritti dai capi del Pcl, seguiremo pertanto il suggerimento di
Trotsky e non proveremo nemmeno a rettificare gli innumerevoli falsi che
contengono né tenteremo di difenderci dalle grottesche accuse secondo cui
staremmo in Venezuela sostenendo l'opposizione borghese (Mud) "in nome
della democrazia"; mentre in Brasile avremmo partecipato "alle
mobilitazioni della destra contro il governo di Rousseff". Non
risponderemo all'accusa di esserci "posti sul terreno della controrivoluzione"
e financo di "partecipazione oggettiva alla controrivoluzione." Sarebbe
tempo perso: le posizioni, i fatti e l'azione concreta della Lit (a differenza
di quanto accada per l'inesistente internazionale del Pcl) sono conosciuti
direttamente da migliaia di lavoratori nel mondo.
Se
qualcuno avesse invece dubbi sui metodi impiegati dai capi del Pcl può fare una
semplice controprova: può leggere i nostri testi sul Venezuela (o sul Brasile) e
confrontarli con la falsificazione che ne è stata fatta sul sito del Pcl.
Lo
stesso invito facciamo ai militanti del Pcl perché potranno trarne due
riflessioni sugli effetti dell'isolamento internazionale cui i loro dirigenti
li condannano: primo, se non si è parte della costruzione di una
Internazionale, non si produce analisi rivoluzionaria ma solo pettegolezzi di
terza mano; secondo, il nazional-trotskismo (ovvero il... trotskismo in un solo
Paese) se unito a una forte dose di cinismo (come è il caso dei loro capi) può
condurre all'uso della calunnia nella polemica, un metodo vergognoso per chi
voglia richiamarsi al trotskismo. Il metodo di Josif Stalin.
(1) I due articoli in cui il Pcl stravolge le posizioni della Lit e ci accusa di "sostegno oggettivo alla controrivoluzione" sono questi: "Venezuela, l'elezione della Costituente madurista", del 1 agosto e "Giù le mani dal Venezuela", del 12 agosto.






















