Partito di Alternativa Comunista

Giovani Comunisti: fedeli alla linea!

Verso la Conferenza nazionale dei Giovani Comunisti

di Giuseppe Guarnaccia

La svolta governista del Prc coinvolge anche l'organizzazione giovanile. Lo stallo politico‑organizzativo nel quale i Giovai Comunisti vivono è segnale inequivocabile della parabola discendente del partito. La struttura giovanile vive da oltre tre anni una fase di passivizzazione dovuta alla totale mancanza di progetto politico, alla marginalità o estraneità da ogni forma di lotta, alla subalternità all'apparato del partito. Dopo l'ultima conferenza tenutasi nel 2002 e l'assemblea nazionale di Genova del 2004, il gruppo dirigente (composto dalla maggioranza bertinottiana e dall'area Erre) ha svuotato di ogni contenuto politico-programmatico la struttura giovanile, rendendo il coordinamento nazionale un mero parlatorio autoreferenziale. Le decisioni vengono prese dall'Esecutivo nazionale, organo burocratico a disposizione della sola maggioranza del gruppo dirigente.

Tutto questo non è frutto di un complotto, né rappresenta una coincidenza. La grande borghesia italiana chiede al Prc fedeltà ai suoi programmi ed interessi di classe ed il partito chiede ai dirigenti di maggioranza dei Gc (una volta: sempre ribelli!) fedeltà alla linea sancita al VI Congresso.

Da ribelli e disobbedienti a... governisti!

La dislocazione di Rifondazione dall'altra parte della barricata di classe riguarda anche la struttura giovanile e il gruppo dirigente di maggioranza dei giovani non prova alcun imbarazzo a passare dalla parte dei banchieri e dei capitalisti. La svolta governista del Prc vede, infatti, il gruppo dirigente di maggioranza dell'organizzazione giovanile complice consapevole della deriva del partito e dei Gc, che oggi sono assenti - o, come spesso accade - marginali rispetto a ogni lotta presente sul territorio nazionale.

La probabile vittoria dell'Unione alle politiche del 2006 sancirà definitivamente l'incompatibilità di classe tra i Gc di maggioranza e i movimenti di lotta di questi anni. O con gli operai di Melfi o con Confindustria, o con i precari della scuola e gli studenti che occupano o con Berlinguer e De Mauro; dunque, o con i poteri forti o con gli sfruttati. La scelta ovviamente è nota a tutti, il posizionamento del partito e della sua struttura giovanile con i banchieri e i capitalisti contro i lavoratori e i movimenti smaschera definitivamente la "favola" del Prc e dei Gc quali soggetti del conflitto sociale e restituisce alla realtà il vero progetto politico di Rifondazione e della sua organizzazione giovanile. Oggi, il gruppo dirigente di maggioranza esercita sulla base dei Gc un controllo teso a dirigerli nel pantano della collaborazione di classe, trasformando le strutture del partito in distaccamenti di assessorati e gruppi consiliari e impegnando i giovani come staff per assessori e consiglieri.

La lotta di classe non è più presente nell'agenda dei giovani di Rifondazione. Dopo gli anni della disobbedienza civile e sociale che avevano visto i Gc investire in maniera acritica in questa pratica di lotta, rinunciando alla battaglia per l'egemonia alternativa nei movimenti, sostenendo fantasiose teorie sulla fine dell'imperialismo alla vigilia della guerra in Irak ed abbandonando di fatto ogni prospettiva anticapitalista, l'approdo era scontato! Oggi la priorità è l'accordo con l'Unione capitalista e borghese senza se e senza ma.

La maggioranza dirigente dei Gc giustifica l'accordo di governo con Prodi e Confindustria ritenendolo un salto di qualità nella politica del Prc. "Sono i movimenti a chiederlo": ecco l'espressione usata da alcuni mesi per giustificare l'accordo con l'Unione. Dunque l'altro mondo possibile, l'alternativa di società passa per Prodi, Mastella, Rutelli, Treu e D'Alema? Alle derive non c'è mai fine! L'organizzazione giovanile, trascinata dai suoi dirigenti di maggioranza, si prepara a governare la globalizzazione capitalistica, candidando i giovani militanti a diventare ammortizzatori sociali, paracarro per i movimenti, garanti con tutta la struttura del partito di pace e stabilità sociale e lasciando tranquilli i liberali dell'Unione nell'applicare il loro programma: un programma di austerità e sacrifici, soprattutto per il proletariato e le classi subalterne, in netta contrapposizione con le istanze di lotta di questi anni.

La necessità della Conferenza nazionale

Dunque, occorre fermare questa ennesima svendita del partito e della sua organizzazione giovanile. L'urgenza della Conferenza Nazionale risponde proprio a questa esigenza. I coordinamenti provinciali e regionali sono presenti solo sulla carta, molti giovani compagni hanno lasciato il Prc delusi dalla sua politica; svariate realtà locali, ad oltre 3 anni dall'ultima conferenza, si ritrovano ancora senza coordinatore provinciale o regionale. Nella Federazione di Salerno, tanto per fare un esempio, il coordinamento provinciale dei Gc è stato convocato l'ultima volta il 23 dicembre 2003. La stragrande maggioranza dei membri del coordinamento è uscita dal partito. E ovviamente questo si è tradotto in una mancanza assoluta d'intervento dei Gc nelle istanze di lotta. Ma la realtà di Salerno non è diversa da tante altre realtà locali.

La struttura giovanile, come organizzazione capace di formare giovani quadri e militanti, non rientra nei piani del gruppo dirigente di maggioranza. I Gc sono, in realtà, utilizzati come uditorio plaudente e votante nei congressi, conferenze e Cpf! L'organizzazione giovanile è di fatto fuori dalla lotta di classe, mentre dovrebbe essere presente - dirigendole - in tutte le mobilitazioni contro le politiche antipopolari e antioperaie portate avanti dai liberali dell'Unione (nelle numerosissime realtà locali, provinciali e regionali che governano) e dal governo reazionario di centrodestra. La struttura giovanile dovrebbe agire nel vivo delle lotte introducendovi parole d'ordine anticapitaliste e antimperialiste, dovrebbe reclutare giovani compagni alla causa del comunismo. Ma oggi gli organismi dirigenti dei Gc rischiano di tramutarsi solo nel trampolino di lancio per giovani di maggioranza. L'organizzazione giovanile perde, ogni giorno che passa, pezzi di militanti delusi dalla politica e dagli opportunisti presenti nei Gc. Dunque, il fatto che ancora oggi la Conferenza nazionale non sia stata convocata da parte della maggioranza del gruppo dirigente dei Gc riflette lo stato d'animo del partito, ormai schiacciato sulla prospettiva governista e incapace di dare risposte alle richieste che sono state fatte negli organismi nazionali. Ecco perché chiediamo alla maggioranza dirigente risposte certe circa la Conferenza nazionale.

Come Progetto Comunista - sinistra del Prc, lanciamo un appello alle tante compagne e ai tanti compagni che hanno votato le mozioni "critiche" - o ai compagni delusi dalla maggioranza - proponendo loro di impegnarci in una battaglia comune per garantire l'opposizione comunista in Italia, chiedendo con forza al partito di rompere con Prodi e costruire un polo di classe anticapitalista alternativo a tutti i governi della borghesia, sia essa "progressista" o "conservatrice". Le sorti della struttura giovanile e del Prc non sono segnate se riusciremo a costruire un'opposizione realmente alternativa alla maggioranza dirigente e capace di ribaltare i rapporti di forza esistenti per salvare i Gc prima, il partito poi, dalla deriva governista che segnerebbe definitivamente la dissoluzione delle ragioni di classe del Prc e dei suoi giovani militanti! L'esperienza storica - fonte inesauribile di lezioni - insegna che quando un partito comunista entra a far parte di un governo borghese con tanto di ministri e sottosegretari sottoscrive il programma del padronato e dei poteri forti. Nessun governo borghese farà mai gli interessi delle classi subalterne.

Lenin amava citare spesso il proverbio russo "la vita insegna". Quanto più i lavoratori capiranno in quale vicolo cieco li sta trascinando il capitalismo (e lo capiscono di più ogni giorno che passa), tanto più capiranno la necessità di tornare ai valori ed alle idee in grado di abbatterlo. a salvaguardia di un'opposizione comunista in Italia è irrinunciabile. La vera alternativa di società e di potere è quella dei lavoratori e delle lavoratrici o non è!

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