Contro l'aggressione fascista al Dordoni di Cremona
Uniti contro i rifiuti fascisti:
serve un antifascismo di classe!
Domenica
sera a Cremona si è verificata l’ennesima aggressione fascista contro militanti
della sinistra, appartenenti al centro sociale Dordoni.
Con
un agguato vigliacco, i fascisti di Casa Pound hanno teso una trappola ai
compagni del centro sociale. Alcuni di loro hanno provocato i compagni e, dopo
essersi dati alla fuga, sono stati raggiunti da altre decine di “camerati” che
nel frattempo si erano nascosti in un locale adiacente il centro sociale
Dordoni.
Nello
scontro un compagno del Centro è stato duramente colpito e al momento versa in
gravi condizioni all’Ospedale cittadino.
La
sezione di Cremona del Pdac e il Pdac nazionale esprimono la propria assoluta e
incondizionata solidarietà ai compagni del Dordoni e a Emilio, il compagno
ferito.
Questa
escalation di violenza fascista che sta avvenendo a Cremona (un caso simile si
è verificato lo scorso novembre), e in altre città d’Italia, non ci sorprende.
La
storia ci insegna che nei momenti in cui il capitale entra in crisi, economica,
sociale, di consenso, le bande fasciste riprendono coraggio e aumentano le
aggressioni contro i militanti e le organizzazioni della sinistra di classe, i
giovani, le donne e gli immigrati.
Queste
vere e proprie bande criminali si fanno forza della disperazione che colpisce
larga parte della popolazione, facendo credere che la colpa della miseria
crescente, della disoccupazione ecc, sia colpa degli immigrati, dei militanti
antagonisti, degli operai sindacalizzati ecc.
Mascherano
dietro parole d’ordine che a prima vista possono apparire “antisistema”, quello
che è il loro vero obiettivo: impaurire e colpire chi non si piega al dominio
del capitalismo e della borghesia.
Per
il momento, nonostante il ripetersi di questi atti di vigliaccheria, non siamo
in presenza di un movimento fascista di massa. Tuttavia non dobbiamo
sottovalutare il pericolo. La crisi economica che continua ad abbattersi con
violenza sulle economie di tutti i Paesi del Vecchio continente, e in Italia in
maniera particolarmente brutale, è terreno di coltura per organizzazioni di
estrema destra.
A
queste aggressioni i lavoratori devono rispondere colpo su colpo. Alle aggressioni
delle squadracce di CasaPound bisogna rispondere non solo con la militanza
antifascista, ma anche con un programma di azione realmente anticapitalista:
bisogna denunciare la connivenza tra gli apparati dello Stato e le organizzazioni
di estrema destra, difese e tollerate perché, quando serve, possono essere
scagliate contro i lavoratori. Bisogna condannare le politiche rinunciatarie e
capitolarde delle direzioni burocratiche sindacali e dei partiti
socialdemocratici, Sel e Rifondazione in testa.
E’
infatti l’aver via via abbandonato ogni ipotesi di cambiamento radicale della
società che ha permesso che migliaia di lavoratori abbiano ceduto alla disperazione,
abbandonando la militanza politica nelle organizzazioni di classe e facilitando
in questo modo il crescere di movimenti razzisti, xenofobo e populisti.
Il
vero antifascismo non può slegarsi dalla più generale lotta contro il sistema
capitalistico.
A chi tenta di dividerci noi dobbiamo rispondere chiaramente:
NO AL RAZZISMO. PIENI DIRITTI CIVILI E SOCIALI AGLI IMMIGRATI
NO AL JOBS ACT, NO ALL’AUSTERITA’. OCCUPARE E NAZIONALIZZARE SENZA INDENNIZZO LE IMPRESE CHE LICENZIANO E RICORRONO ALLA CASSA INTEGRAZIONE
PER UN FRONTE UNICO ANTIFASCISTA E DI CLASSE. NON DELEGARE ALLA POLIZIA E ALLE ISTITUZIONI BORGHESI LA DIFESA DI PARTITI, SINDACATI, CENTRI SOCIALI E DI TUTTE LE ORGANIZZAZIONI DEL MOVIMENTO OPERAIO.
CACCIAMO NELLE FOGNE FASCISTI, RAZZISTI E POPULISTI






















