Milano
Alla Jabil la lotta continua
Pdac Milano
Dopo
più di due anni i lavoratori della Jabil mantengono ancora in vita il loro
presidio permanente davanti alla fabbrica di Cassina de' Pecchi, che altrimenti
Nokia avrebbe già venduto per cercare di speculare sull'immobile dopo aver
lasciato a casa centinaia di lavoratori tra operai esternalizzati della Jabil e
impiegati che erano rimasti sotto Nokia che in quell'area poduttiva lavoravano.
Durante
l'estate le azioni di lotta si erano attenuate per favorire le trattative tra
Nokia e un nuovo possibile padrone intenzionato a sfruttare il sito di Cassina.
Tutto questo si è rivelato in realtà, nel migliore dei casi, una perdita di
tempo, nel peggiore dei casi un bluff di Nokia per dividere la lotta dei
lavoratori. Fortunatamente i lavoratori non si sono fatti ingannare fino in
fondo e hanno ripreso le azioni di lotta con cortei, blocchi stradali e davanti
ai negozi della Nokia in centro a Milano.
La
lotta dei lavoratori Jabil è per tanti alcuni aspetti, e soprattutto per la
tenacia che dimostrano, esemplare: resistono a proteggere la loro fabbrica, con
cui continuano la manutenzione sui loro macchinari e si sono opposti ai
tentativi di Jabil di portarli via. Ma quale può essere la prospettiva su cui
sviluppare la lotta?
Secondo
noi, in una fabbrica come la Jabil, in cui la ripresa autonoma della produzione
da parte dei lavoratori diventa molto complicata per il tipo di merce prodotta,
l'unica soluzione reale è l'esproprio della fabbrica, la sua nazionalizzazione
e la ripesa della produzione sotto il controllo dei lavoratori, ma con lo Stato
che assicura le commesse. Perché questa soluzione diventi anche concreta
dobbiamo unificare le lotte che si sono sviluppate in tutto il Paese (e che
aumentano ogni giorno) su una piattaforma comune che abbia la rivendicazione
della nazionalizzazione senza indennizzo di tutte le aziende che licenziano o
delocalizzano.
Solo con l'unità di tutte le lotte si può vincere nei vari posti di lavoro.






















