A FIANCO DEGLI OPERAI INNSE!
GIU' LE MANI DALLA FABBRICA.
FUORI PADRONI E ISTITUZIONI!!
La lotta degli operai INNSE torna a riempire giornali e TG nazionali.
Quattro operai (più un funzionario della FIOM di Milano) hanno eluso il cordone di polizia e carabinieri a “protezione” dello stabilimento e sono saliti sulla piattaforma del carroponte n°19 a circa dieci metri di altezza. Fuori decine di lavoratori e compagni, presidiano la fabbrica nel tentativo di impedire lo smontaggio e la rimozione del macchinario industriale.
Le istituzioni locali a parole fingono di preoccuparsi della sorte degli operai, mentre nei fatti sostengono una operazione solamente speculativa. Stesso discorso vale per i burocrati sindacali (Rinaldini e Cremaschi) che si limitano ad avanzare inesistenti proposte di “mediazione” dopo essere stati totalmente assenti nei 18 mesi di occupazione ma in prima fila da ieri, dopo l’arrivo dei mezzi satellitari di Sky e della Rai piazzati con le loro telecamere davanti alla fabbrica.
La Regione vuole liberare l’area per fini speculativi legati all’Expo, Genta, il vecchio proprietario delle macchine, le vuole smontare per consegnarle al nuovo acquirente, intanto la prefettura con la sua sbirraglia, esegue un ordine di sequestro delle attrezzature su mandato del tribunale.
In mezzo gli operai, confusi, stremati, ora a rischio di essere totalmente sovradeterminati dai sindacati ma anche isolati per la difficoltà in questi mesi di lotte di trovare il modo per dar vita a un coordinamento stabile tra tutti i lavoratori delle aziende in lotta nel milanese.
In questi giorni di passione, di violenza poliziesca e di solidarietà proletaria, la lotta della INNSE, che ci vede partecipi fin dal suo esordio, ci appare in tutta la sua drammaticità.
L’INNSE è il paradigma attuale dell’intero movimento operaio italiano. Ci insegna che la radicalità dei padroni deve trovare una risposta generale altrettanto radicale, evitando ogni illusione circa una fantomatica comprensione della controparte, come chi nel caso in questione si appella ad un “padrone buono” che mantenga la produzione (e che conservi lo sfruttamento!!).
Quello che continua a mancare è un’indicazione di lotta generale e unificante.
In tutto il paese, i lavoratori sotto attacco si trovano a resistere in ordine sparso, una situazione che rende molto complicata ogni forma di lotta, anche la più combattiva.
Serve un cambio di rotta! A partire dall’eroico esempio che ci danno gli operai della INNSE occupata diciamo che nessun licenziamento dovrà essere permesso! Nessuna fabbrica dovrà chiudere! Le aziende in crisi devono essere nazionalizzate senza indennizzo e poste sotto il controllo dei lavoratori!
Questa è l’unica soluzione possibile, la sola soluzione che risponde realmente alle esigenze dei lavoratori.
A cura della sezione del P.d.A.C. (L.I.T.) di Milano
4 agosto 2009






















