Il campeggio della gioventù di Corriente Roja in Spagna
Quattro giorni di studio e divertimento
all'insegna dell'internazionalismo
L'ultimo
finesettimana di luglio si è tenuto per il quarto anno consecutivo il campeggio
di Corriente Roja (sezione della Lit-Quarta Internazionale in Spagna), un
campeggio autogestito e finanziato con il contributo di tutti i partecipanti.
Come
lo scorso anno il campeggio è stato organizzato nella regione di Solsona, nel
sub-pireneo catalano, e ha visto la partecipazione di quasi un centinaio di
ragazzi e ragazze provenienti da varie regioni della Spagna, oltre ad una
presenza di partiti e gruppi internazionali legati alla Lit-Quarta Internazionale:
nello specifico, delegazioni del Mas (Portogallo) e del Pdac (Italia) e
compagni e compagne da Germania e Honduras. Come invitati di eccezione abbiamo
contato su un gruppo di rifugiati sirio-palestinesi.
Come
da tradizione, il campeggio è stato inaugurato da un tavolo internazionale che
ha portato i saluti delle diverse organizzazioni e in cui si è fatta una
sintesi dello stato della lotta di classe nei diversi Paesi di provenienza dei
compagni e in Spagna. L'intervento più atteso è stato quello dei compagni
sirio-palestinesi rispetto a come, nella loro esperienza, queste attività di
formazione sono molto importanti per affrontare processi come la rivoluzione
siriana (cominciata nel 2011) e la resistenza palestinese all'occupazione
sionista. Il primo giorno si è chiuso con la proiezione del film “Terra e
libertà”, di Ken Loach, come introduzione ai temi che sarebbero stati trattati
nei tre giorni seguenti. Il giorno seguente abbiamo iniziato lo studio della
rivoluzione del 1936 e della guerra civile, le azioni dei diversi partiti e
sindacati, le loro motivazioni politiche e a posteriori, le loro conseguenze.
Per questo i partecipanti si sono divisi in piccoli gruppi per studiare i testi
proposti e discuterli in profondità per poi arrivare alla discussione in
plenaria. In questi tre giorni abbiamo letto e discusso riguardo alla risposta
popolare e governativa alla sollevazione militare del 18 luglio, al governo di
fronte popolare e all'influenza sovietica, e rispetto al ruolo della Cnt e del
Poum. Come fondamentale conclusione abbiamo discusso la mancanza nella
rivoluzione di un partito rivoluzionario internazionalista, necessario per
assicurare la realizzazione degli obbiettivi posti dalla situazione.
Eppure
non tutto è stato lettura e dibattiti. Tra queste discussioni abbiamo avuto a
disposizione del tempo libero e abbiamo svolto diverse attività come
un'escursione sulla montagna, un torneo di calcio internazionalista, oltre a
piscina, ping pong, biliardo e giochi da tavola. Inoltre le sere abbiamo avuto
anche la possibilità di ballare e di fraternizzare in un clima più festoso.
Dopo
tre giorni di animati dibattiti e attività ludiche siamo arrivati al lunedì,
pronti per chiudere il campeggio. Innanzitutto i compagni sirio-palestinesi ci
hanno parlato di tutte le dinamiche per mezzo delle quali si diventa
“rifugiati”. Hanno spiegato come l'Onu e altri organismi elaborino dei piani di
aiuto per i rifugiati che i governi delegano a determinate organizzazioni, da
cui risulta un processo migliore sulla carta che nella realtà, rimanendo i
rifugiati abbastanza privi di protezione. Dopodichè ci hanno raccontato le loro
esperienze personali, in particolare a Yarmouk, il campo in cui erano rifugiati
a Damasco, comparando la lotta dei siriani e dei palestinesi con quello che
stavamo studiando. Abbiamo in seguito continuato con la proiezione di un
documentario sul bombardamento di Yarmouk ad opera di Assad. In conclusione,
l'intervento di chiusura di un compagno ha ringraziato in primo luogo il lavoro
dei compagni e delle compagne che si sono occupati della cucina e della
logistica. Questi compagni, tutti lavoratori e lavoratrici, hanno dedicato il
proprio tempo in questi quattro giorni, spendendo giorni di ferie in alcuni
casi, a una iniziativa militante per costruire l'organizzazione ed è un
riflesso dell'importanza che attribuiamo all'unione tra operai e studenti.
Il
campeggio è finito, ma le lotte continuano, ed è necessaria un'organizzazione
che a differenza dei partiti “ufficiali” non miri a conseguire privilegi per i
suoi dirigenti ma punti ad essere un partito di lotta, rivoluzionario e
socialista. In continuazione esplodono rivoluzioni come prodotto della lotta
tra capitale e lavoro e la storia ci mostra che è necessario lo studio dei
processi del passato per non tornare a commettere gli stessi errori e per
portare le rivoluzioni alla vittoria.
Viva la lotta del popolo siriano e palestinese! Viva la lotta della classe operaia!






















