Brasile
Campagne ai pesticidi
di Diego Cruz
Lunedi
25 giugno 2018 è stato approvato il disegno di legge 6299/02 -detto “Legge del Veleno” - con 18 voti favorevoli e 9 contrari da parte
della commissione speciale che studia il disegno. Questo consente al Ministero
dell’Agricoltura di liberalizzare l’uso dei pesticidi nelle piantagioni
nonostante che gli organi regolatori come l’Istituto brasiliano dell’Ambiente
(Ibama) e l’Agenzia Nazionale di Vigilanza Sanitaria (Anvisa), ad esempio, non
abbiano condotto a termine i loro percorsi di studio.
Questo
disegno di legge si appresta a spalancare le porte del Brasile all’ingresso di
altri pesticidi, consentendo l’uso persino di quelli proibiti in Europa. È il
mercato dell'agribusiness che agisce in modo organizzato per avvelenare il cibo
delle famiglie e in questo modo ottenere i loro indecenti profitti.
Una
delle proposte è di ridurre a un solo anno l'approvazione e la registrazione di
nuovi tipi di pesticidi (oggi ne occorrono tre), indipendentemente dal fatto
che siano proibiti o meno fuori dal Brasile. Finché non si approva
l’autorizzazione definitiva, tuttavia, il veleno può avere una "registrazione
provvisoria" in modo che possa essere intanto commercializzato.
Un'altra
proposta è quella di eliminare il teschio riprodotto oggi nelle etichette dei
pesticidi, che avverte la popolazione che si tratta di un prodotto velenoso.
Anche il nome “agrotossico” (“pesticida” - ndt) dovrebbe essere sostituito da
"profilattico fitosanitario", un nome pomposo per cercare di
nascondere le tossicità pericolose e mortali del prodotto.
Questo
complesso di norme è stato duramente criticato dal Pubblico Ministero Federale,
da Ibama, da Anvisa, dal consiglio Nazionale della Sanità, da Fiocruz 1 e da
innumerevoli altri enti e fondazioni. Oggi il Brasile è il campione del mondo
nell’impiego di pesticidi. A ciascun brasiliano spetta una media di 5.2 litri
di veleno all’anno, l’equivalente di due bottiglie e mezza di gassosa o di 14
lattine di birra. Fra il 2000 e il 2014 c’è stato un aumento del 135% del
consumo di pesticidi nel paese. Questo consumo esplosivo è stato parallelo alla
tendenza all’espansione dell’agrobusiness.
Il
Brasile consente la presenza di glifosato nell’acqua 5000 volte di più che nei
paesi dell’Unione Europea. La coltivazione di soia, che occupa 33,2 milioni di
ettari (undici volte maggiore dell'intero territorio del Belgio), consuma -solo
questa- il 52% di tutti i pesticidi venduti nel paese.
Questi
dati allarmanti sono contenuti nell’Atlante “Geografia dell’uso dei pesticidi
in Brasile e correlazioni con l’Unione Europea” di Larissa Mies Bombardi,
ricercatrice dell’Istituto di Geografia Agraria dell’Università di San Paolo
del Brasile (USP). Secondo la ricercatrice, fra il 2007 e il 2014 si sono
registrate 25.000 intossicazioni 2 da pesticidi in Brasile: in media otto
intossicazioni al dì. Di queste fra il 20 e il 25 % erano a carico di bambini e
adolescenti. Però il numero totale di persone contaminate può essere molto
maggiore perché “per ciascun caso noto altri 50 non sono stati notificati”,
spiega Bombardi.
Attualmente,
dei 504 pesticidi ammessi in Brasile, 149 sono già stati vietati in Unione
Europea. Vale a dire che, mentre lì stanno bloccando queste schifezze tossiche,
in Brasile il grosso degli imprenditori agricoli chiede la loro totale
liberalizzazione. "Produciamo
qualcosa che ha smesso di essere cibo, è diventato merce e agro-energia",
denuncia la ricercatrice.
In
realtà il Brasile sta diventando un mercato di sbocco per quei prodotti che
sono sempre più limitati nei centri del capitalismo mondiale, e questo rinforza
in misura ancora maggiore il processo di ricolonizzazione che sta subendo il paese.
“La
divisione internazionale del lavoro ha assunto anche la configurazione di una
divisione internazionale del lavoro socio-ambientale", sostiene Bombardi.
Adesso,
oltre a incrementare la privatizzazione dei nostri servizi pubblici, consegnare
il nostro petrolio e pagare il debito pubblico con la metà del nostro bilancio,
vogliono trasformare il paese in una discarica di rifiuti tossici che produca
per le grandi transnazionali.
Note
“El agro es tóxico: estancieros aprovechan ley para envenenar población”. Il titolo originale apre con un gioco di parole perché con “agrotoxico” s’intende “pesticida”. L’allusione è ai latifondi intrisi di pesticidi.
1 - La Fondazione Oswaldo Cruz (Fundação Oswaldo Cruz, nota anche come FIOCRUZ) è un'istituzione scientifica per la ricerca e lo sviluppo nelle scienze biologiche situata a Rio de Janeiro, in Brasile; è considerata una delle principali istituzioni mondiali di ricerca sulla salute pubblica. È stata fondata dal dott. Oswaldo Cruz, noto medico ed epidemiologo.
2 – Si intendono qui le intossicazioni acute. L’intossicazione cronica ha caratteri diversi e si stima ormai pandemica.
(Traduzione dallo spagnolo di Mario Avossa)