Bolivia:vittoria contro il golpe
E ora contrastiamo i piani di austerità del Mas
di Lucha Socialista
(sezione boliviana della Lit-Quarta Internazionale)
Le elezioni nazionali del 18 ottobre in Bolivia, secondo i dati del conteggio rapido, danno la vittoria ai candidati del Mas Luis Arce e David Choquehuanca, con circa il 53% dei voti, una vittoria che si conferma a poco a poco con l'avanzare del conteggio ufficiale, che dovrebbe concludersi nei prossimi giorni.
Senza dubbio, una sconfitta schiacciante della destra boliviana, che nel novembre 2019 aveva cospirato un colpo di Stato, con il sostegno della polizia e dell'esercito.
Il colpo di Stato del 2019 aveva lo scopo di contenere la reazione popolare contro le misure di austerità che erano già state applicate dal governo del Mas ed Evo, era una forma di salvaguardia della borghesia più reazionaria, per dotarsi di un governo con meno pressioni dal movimento di massa e per imporre un nuovo regime con mano pesante, che potesse affrontare più efficacemente la riduzione delle conquiste dei lavoratori delle campagne e delle città.
Il movimento di massa, i lavoratori, i giovani e il movimento indigeno contadino hanno coraggiosamente affrontato il colpo di Stato e il nuovo regime repressivo che è emerso, sia nel novembre 2019 che nel corso di questi undici mesi, in particolare con i blocchi di agosto di quest'anno, prospettandone la sconfitta. Ma se la loro lotta non si è concretizzata nella caduta dei golpisti è stato a causa del ruolo del Mas ed Evo Morales che, prima hanno lasciato la trincea e poi l'hanno contenuta negoziando con i golpisti, sia nell'assemblea legislativa che attraverso le direzioni burocratiche.
Il risultato delle elezioni è espressione della volontà di lotta delle maggioranze impoverite, per sconfiggere il colpo di Stato e il regime repressivo che si è imposto e che si voleva prolungare con un governo sostenuto dalla destra reazionaria e dalle oligarchie dell'oriente. Il 53% dei voti non è solo per il Mas, è principalmente contro il regime di attacchi avvenuti durante questi undici mesi di governo della destra repressiva. Il colpo di stato del novembre 2019 ha imposto un governo di transizione, che in 11 mesi è stato caratterizzato da flagrante corruzione, la persecuzione di attivisti e leader sociali, oltre a imporre una politica di genocidio contro il Covid 19, si è concretizzata nella mancanza di protezione delle fasce più povere della popolazione.
Ancora una volta, la lotta del movimento di massa contro il colpo di Stato si è espressa con forza nella votazione del 18 ottobre, con circa il 53% che ha espresso il massiccio rifiuto alla destra e i suoi tentativi di imporre un regime repressivo come quello vissuto durante questi undici mesi. Il nostro voto critico al Mas ha avuto questo fine, di ostacolo al tentativo di imporre un regime di maggiore repressione, ma senza alcuna aspettativa per il nuovo governo e, al contrario, chiamando fin dall'inizio ad affrontare i futuri tagli contro le masse operaie.
È quindi importante che le masse operaie traggano le lezioni necessarie da questo processo e trasformino la loro vittoria in un'organizzazione e in una lotta indipendente contro i piani di austerità che si stanno profilando. Non c'è dubbio che il governo Arce e il Mas continueranno quanto già fatto da Evo, applicando i piani a tutela dei profitti delle multinazionali e delle grandi banche, imponendo il declino delle condizioni di vita dei settori impoveriti. Tuttavia, ora dovranno affrontare le masse popolari che hanno sconfitto il golpe della destra, nonostante l'esitazione dello stesso Mas. Ecco perché è importante essere vigili, il Mas vorrà utilizzare la vittoria elettorale per sostenere i suoi piani di austerità.
Per questo i lavoratori e le lavoratrici, il movimento contadino indigeno, i settori giovanili e impoveriti, devono rafforzare la vittoria contro il colpo di Stato, preparandosi ad affrontare il nuovo governo di Arce e il Mas e i prossimi piani di austerità che saranno obbligati ad applicare. Sarà fondamentale sostenere l'indipendenza di classe, approfondire l'auto-organizzazione e come parte di essa l'autodifesa, e costruire un programma operaio e popolare per affrontare la crisi capitalista.
A questo proposito, ci mettiamo a disposizione della lotta in corso.