La vostra repressione non ci fermerà!
Comunicato del Pdac di Bergamo
Nonostante siano già trascorsi alcuni giorni dalla notifica del decreto di condanna, la rabbia che proviamo nello scrivere queste poche righe per denunciare l’accaduto è ancora grande.
Quello che vi accingete a leggere è un comunicato con il quale vogliamo raccontare come alcuni compagni e compagne si siano resi protagonisti di un gesto di solidarietà che a qualcuno è sembrato grave: a quanto pare, spostare «violentemente» (come dicono gli atti) una fila di carrelli della spesa ed esporre uno striscione davanti all’ingresso della filiale Lidl di Seriate, hinterland di Bergamo, all’indomani dalla morte di Adil (investito ai cancelli della Lidl di Biandrate) costituisce reato penale perseguibile d’ufficio!
Esprimendo la nostra più sentita solidarietà e la nostra vicinanza ai cinque compagni coinvolti in questo paradossale vicenda repressiva (tra i quali una militante del Partito di Alternativa comunista), auspichiamo che si rilanci un percorso di unità delle lotte proletarie e di resistenza alla repressione che sta diventando sempre più dura a causa delle leggi emanate dagli ultimi governi (a prescindere dal loro orientamento politico).
Le parole scritte sul volantino diffuso l’anno scorso in occasione dei diversi presidi organizzati un po’ in tutto il Paese sono ancora tremendamente attuali: «Il capitale ha le mani sporche di sangue, la classe operaia ha il diritto ed il dovere di difendere le proprie azioni di sciopero, organizzando la difesa operaia. Mentre i dati dimostrano che i profitti padronali sono in continua crescita (Lidl incluso), gli operai vengono privati perfino del diritto di scioperare, pagando addirittura con la vita la partecipazione a scioperi e picchetti auto-organizzati».
Nessuna repressione fermerà gli operai e le operaie che non staranno certo a guardare immobili i ricatti e i pestaggi delle squadracce di ogni ordine e grado al soldo del padrone.
I giovani e i disoccupati non gireranno certo lo sguardo da un’altra parte mentre il governo Draghi con i suoi tirapiedi porterà altri pesantissimi attacchi ai lavoratori.
Lo ribadiamo per l’ennesima volta: la morte di Adil è un omicidio del capitale e la nostra risposta è la resistenza a questo sistema criminale.
Uniti, concretamente solidali e in lotta contro padroni e repressione, organizziamoci per sconfiggere questo sistema marcio e barbaro!